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martedì 9 febbraio 2016

Censure gratificanti_2. Quelle di “Chiesa e post-concilio”.

Durante una discussione avvenuta tra il sottoscritto e il gestore del forum “Chiesa e post-concilio” (“mic”)[*] il mio ultimo post di risposta fu censurato. Il tema in questione è quello, ovviamente, dell’infallibilità papale, e dell’indebita attribuzione, conferita di preferenza da altri, a soggetti che non possono in realtà vantare alcun titolo di autorità pubblica in materia di fede davanti alla Chiesa.


*

@mic.«Dice don Barthe, confermando mons. Ghreardini : “Se quindi “Humanae vitae”, che è nella linea della continuità con l’insegnamento anteriore a riguardo della condanna della contraccezione, non è stata mai proposta come infallibile, a maggior ragione “Dignitatis humanae” […]» [“mic”].

Se un pronunciamento di valore dichiaratamente ed in se stesso universale riguardante la fede e che promana da un Concilio ecumenico in piena regola non può avere la pretesa di essere infallibile, mi chiedo chi o cosa possa pretendere di esserlo. Non di certo don Barthe o mons. Gherardini che, pur facendo parte della Chiesa discente, pretenderebbero con ciò di avere più credibilità del Papa che insegna (un’opinione che, converrà, verrebbe accolta a braccia aperte in Oriente). Ripeto, il Concilio Vaticano I, le condanne pronunciate dalla Chiesa contro giansenismo e gallicanesimo, l’opinione dei grandi teologi, alcuni dei quali canonizzati (si veda p. es. il libro dell’allora Abbé Lucien “L’infaillibilité du Magistère ordinaire et universel de l’Eglise”, 1984) stanno ancora al loro posto : non lasciano cioè spazio ad una questione già chiusa, certamente non più liberamente disputabile. Credo che questo dovrebbe essere un punto fermo per chiunque.

«Se però [un atto solenne di magistero emanato dal Papa ] lo contraddice de facto [contraddice cioè il Magistero perenne], in quel caso il suo insegnamento è nullo, non ha alcun valore e, anzi, va rifiutato». [“mic”.]

A un livello di pronunciamento magisteriale che implica l’infallibilità, non andrebbe rifiutato solo quello che altrimenti sarebbe un insegnamento da recepire in ginocchio, ma anche l’autorità che l’ha proferito, per non altro motivo se non quello che l’Infallibilità è nel Papa, stante i limiti, una prerogativa personale che gli proviene direttamente da Dio e non dalla Chiesa (e nemmeno da qualche teologo), un carisma divino soggettivo di cui solo lui gode per grazia soprannaturale – la Voce viva che risuona nel presente del tempo del nostro pellegrinaggio terreno –, non una nota di profilo o competenza accademiche. “Il papa non è infallibile da sé, ma da lui, Gesù; nondimeno il papa è infallibile per sé, come per sé è infallibile Gesù Cristo. Laddove la Chiesa non è infallibile né da sé, né per sé ma da Cristo per il Papa […] L’infallibilità è nel Papa prerogativa personale, non perché come persona privata egli sia garantito da errore o da eresia, questione libera, ma nel senso che è infallibile ciascuno dei suoi successori di Pietro, senza eccezione, e non la sola serie o la Sede romana considerate come ente morale, secondo le pretese di certi gallicani. Potrebbe anche dirsi personale, con intenti più positivi, per escludere la comunicabilità : essa infatti non può delegarsi. […]. Il papa è anzi l’unico soggetto immediato o diretto, o la fonte rispetto alla Chiesa, dell’infallibilità” (Enc. Catt.). Nessun “Papa” quindi pretenderebbe cambiare la dottrina costante della Chiesa, altrimenti Papa dimostrerebbe di non esserlo, ma di usurparne le credenziali; né un atto magisteriale infallibile può contraddire l’autorità su cui si fonda, pena tradirsi come un’impostura.

Nel riconoscimento da parte dei fedeli dell’Autorità magisteriale del Papa ne va quindi di nuovo della fede in se stessa, della sua semplicità e assolutezza di virtù soprannaturale (quella non negata ai semplici, sebbene spesso ai dotti), non potendo ridursi la fede ad una “somma di probabilità o erudite considerazioni circostanziate”. Come ripete in un suo recente intervento anche l’Abbé Belmont, l’errore di fare della conformità alla Tradizione una condizione dell’infallibilità del Magistero, quand’essa ne è la conseguenza, non solamente distrugge l’infallibilità del Magistero, ma rende impossibile la stessa fede cattolica. Non esiste un manuale che contenga la Tradizione che possa essere consultato autonomamente da qualche teologo di professione, che ne diverrebbe così l’unica voce qualificata; il Magistero della Chiesa non è altro che l’aspetto soggettivo e vivente – visto cioè dalla parte dell’Autorità istituita da Dio a tal fine perché la eserciti lungo il corso dei secoli – della stessa Tradizione (mi permetto per brevità ancora di rinviare al bell’articolo dedicatone dall’Enc. Catt.).

Infine lei dice, citando dal suo più vasto articolo (che non mi sembra voglia peraltro sostenere la pretesa bontà del riorientamento liberale della Dottrina sociale della Chiesa) : “Se l’errore non ha diritti, una persona ha dei diritti anche quando sbaglia.”

Quali sarebbero però tali diritti? Qui, nella Dignitatis Humanae, parliamo di una pretesa libertà religiosa garantita nientemeno che dalla Rivelazione, riconosciuta la quale dovremmo convenire nel dire che Dio riconosce ai popoli il diritto all’apostasia e all’idolatria, senza cioè considerarli peccato. Una persona che sbaglia ha quindi diritto ad essere amata, corretta, ammaestrata e che si preghi per lei, quando non semplicemente compatita, non lasciata nel proprio errore o che il suo errore contagi altri strutturandosi in relazioni sociali ed istituzioni pubblicamente accreditate (ecco il perché del Magistero e dell’ “oratoria sacra” che appartiene alla Chiesa docente e militante) : “il culto pubblico delle religioni false può eventualmente essere tollerato dai poteri civili, in vista di un bene più grande da ottenersi o di un male maggiore da evitarsi, però per se stesso deve essere represso anche con la forza se necessario” [**].

P.S.: la ringrazio ancora dello spazio concessomi [che però concesso alla fine non è stato, n.d.r.]. Un caro saluto in Cristo.»

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[*]http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/10/em-radaelli-non-solo-sedevacantisti.html

[**]http://disputationes-theologicae.blogspot.it/2011/06/liberta-religiosa-la-chiara-posizione.html

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